Il Punto di Paolo d’Abramo/ Soffriamo i viaggi, le bibite gassate e i campi in erba

Dopo la sconfitta a Brescia per due reti ad una, sabato arriverà al Robbiano Piola il Perugia

In rete gira su diversi siti una specie di filastrocca che recita così “Sodinha è l’impiegato che va ad imprecare il sabato pomeriggio in qualche campionato Csi. Sodinha è me a 12, 13 anni. Sodinha è banalmente unico, grossolanamente attraente, talentuosamente sovrappeso. Come uscito da un tratto di Botero, come uno dei bambini tondeggianti sul prato verde, come l’affascinante donna immersa nella sua floridità. Sagoma sferica, talmente tonda dal fondersi e confondersi con la palla tra i piedi“. Ecco Diogo Felipe, in arte Sodinha, in portobrasiliano tradotto “bibita gassata” di cui era ghiotto il padre e pure lui, è l’Arte del fùtbol, insieme a Gazza Gascoigne, George Best e aggiungerei anche la farfalla granata per lo stile blasé rispetto a ‘sto carrozzone che vorrebbe tutti gli interpreti al pari di soldatini ordinati e diligenti, e fatevi una risata che domattina Vi svegliate freddi. Tutti soggetti – i succitati – e buonanime che molti allenatori, in particolare contemporanei, vedrebbero come il contadino apprezza la faina nel pollaio.  Certo, vorrei ricordare che il maggior artefice, insieme all’Airone Caracciolo – della vittoria di ieri al Rigamonti delle Rondinelle sulla Pro per due a uno – era stato reintegrato solo qualche giorno fa da Iaconi in rosa e,  periodo ipotetico dell’irrealtà,  se lo avessero proposto quest’estate a Scazzola e Varini, i due avrebbero di certo rifiutato l’anarchico trequartista dal felpato passo della lince, del bradipo ed assolutamente allergico a qualsiasi consiglio altrui su stile di gioco e di vita. Non mi addentro nelle conversazioni intorno alla struttura della formazione messa in campo da Cristiano,  ha fatto così ed avrà avuto le sue ragioni. Condannati a vincere in casa, in trasferta viene meno il campo sintetico ed anche la personalità d’una Pro che s’è procurata un paio di occasioni ed un dubbio fuorigioco fischiato a Marchi, eravamo sull’1 a 1, di certo Ettorino ci avrebbe portato in vantaggio e sigillato il match. La volta prima fischiano a favore un rigore contestato, dopo decretano un fuorigioco che, forse, non c’è, ma poi ammoniscono Momo e meno male perché di fronte al rosso non avremmo potuto aggiungere altro. Va bene così, adesso, diciamola tutta, siamo chiamati a rifarci sabato con il Perugia, perché sembriamo soffrire i viaggi con qualunque mezzo di trasporto poi in casa mostriamo maggiore aggressività. Gli Umbri di mister Camplone, di Rodrigo Taddei, Comotto ed anche di Lamberto Boranga, nello staff medico dei Grifoni. Tutti in fila indiana, classifica sgranata, scivoliamo di qualche centimetro ma la strada è ancora lunga.

Paolo d’Abramo