Il Punto di Paolo d’Abramo – Non c’è tempo per pensare al dispiacere irpino, arriva il Catania ed è subito festa

Con i cannoli di ricotta, Calaiò, la frutta martorana, Rosina, le cassate, Martinho e Rinaudo

Di chi colpa?  Di Pagliuca?” diceva zio Vuja, mister simpatico e preparato. Di chi è stata la colpa ieri, Pro sconfitta ad Avellino per uno a zero? Sgombriamo subito il campo dai dubbi, certamente non di Pezzuto, che ci aveva arbitrato, e bene, l’anno scorso contro Savona e SudTirol e che al Partenio ha fatto altrettanto. Nulla da imputargli sulla doppia ammonizione ad Ardizzone, ingenuo lui, per il braccio allargato (un suo difetto che si ripete con costanza) e per il fallo su Schiavon che è esperto e capace di far credere il peggio anche se – in effetti – non era cattiveria, più che altro smacco per il pallone sottratto. Un cross in area, si provano tutta la settimana le situazioni difensive, anche quelle mutuate dal basket con il “blocco” dell’avversario, infine si va in due a saltare senza che nessuno ci azzecchi per bene. In serie B devi stare concentrato sempre, non difenderti ad oltranza –  anche in 10 –  subendo un gioco di pressione che può anche non dare frutti subito ma prima o poi ti punisce, quasi sempre. Le nostre velleitarie sortite provate, più organizzate fin quando c’è stato Ardizzone, improvvisate infine in 10, sono state più boccate d’ossigeno a fronte della sterile pressione locale che reali e velenosi tentativi d’offesa.  In più abbiam giocato con difesa e centrocampo in cui elementi, in distinta fin dall’inizio o entrati cammin facendo, hanno dimostrato d’essere non ancora nel pieno della forma, e quest’affermazione è una speranza ed un atto di fiducia più che un’attesa di certezza futura. Cosa c’è stato di buono? Innanzitutto la commovente partecipazione degli Ultras che si sono sobbarcati un impegnativo viaggio della speranza. Il reparto che si chiamerebbe “offensivo”, in particolare Giannino ed Ettore, più in ombra Di Roberto,  si sono sfiancati nel lavoro di corsa e raccordo. Infine sarebbe una buona cosa  avere in campo giocatori che oltre a sputare l’anima conservino e coltivino ancora, oltre al cuore, anche testa, polmoni, gambe. Eppoi, personalmente, non pretenderei da un ottantenne un tempo di maratona sotto le 3 ore, magari lo fa, poi muore. Non voglio soffermarmi oltre sulla prestazione di Avellino, guarderei oltre, all’ultimo giorno di mercato – il primo settembre – e alla sfida di domenica prossima alle 18 al Robbiano Piola contro il Catania, squadra ambiziosissima che ha fatto 3 a 3 al Massimino con la Virtus Lanciano e verrà sostenuta dai numerosi tifosi al Robbiano Piola. Sapevamo fin dall’inizio che 1) ci sarà da soffrire 2) dobbiamo crederci sempre e remare sempre a favore, “a prescindere” 3) la colpa è “quasi” sempre di qualcun altro. Sugli altri campi, a Crotone la Ternana con un bel 2 a zero ha raccolto i primi tre punti della stagione così come il Bari a Chiavari contro l’Entella milionaria. Non mi sorprende la vittoria del Perugia contro il Bologna, gli umbri hanno costruito una compagine solida ed ambiziosa, quanto mi fan pensare le sconfitte del Brescia a Frosinone e quella dello Spezia a Varese, due minisorprese. Siamo solo all’inizio, si può solo migliorare.

Paolo d’Abramo